Normativa Leggi Decreti del presidente della repubblica, del Ministro ... - Delibere, Regolamenti, Ordinanze, Circolari

Normativa Nazionale   Normativa  Leggi









D.P.C.M. 12/10/2007

4.1.2 Identificazione della costruzione Il primo passo della conoscenza consiste nella corretta e completa identificazione dell’organismo e nella sua localizzazione sul territorio, al fine di individuare la sensibilità della fabbrica nei riguardi dei diversi rischi ed in particolare di quello sismico. Questa fase dell’analisi comprende anche un primo rilievo schematico del manufatto, od un semplice eidotipo, in grado di descriverne la consistenza di massima e la localizzazione di eventuali elementi di pregio che possono determinarne la rilevanza e condizionare il livello di rischio. L’identificazione degli elementi di pregio dovrà essere utilizzata anche per l’individuazione di possibili zone di sacrificio ove realizzare eventuali indagini distruttive e localizzare eventuali interventi di rinforzo. In questa fase deve essere analizzato il rapporto del manufatto con l’intorno, attraverso la descrizione del Complesso Architettonico (CA), isolato o non isolato, e la caratterizzazione dei rapporti spaziali e funzionali tra l’edificio ed eventuali manufatti contermini. Lo studio del tessuto dovrà consentire di ipotizzare la gerarchia costruttiva e le relazioni tra l’edificio ed il contesto. In particolare partendo dal concetto di Complesso Architettonico (CA), costituito dall’aggregazione di più corpi di fabbrica e definito spazialmente dalle strade che lo circoscrivono, si dovrà risalire ai Corpi di Fabbrica costituenti (CF), individuabili attraverso l’analisi dei prospetti visibili e l’articolazione plano-altimetrica. L’indagine potrà essere efficacemente condotta mediante il ricorso a tecniche macrostratigrafiche. I risultati di questa fase di conoscenza potranno essere restituiti secondo i moduli A e B descritti in Allegato A.

4.1.3 Caratterizzazione funzionale dell’edificio e dei suoi spazi La conoscenza dell’opera non può prescindere dall’analisi, anche storica, dell’evoluzione funzionale dell’edificio e delle sue articolazioni, finalizzata a riconoscere quali utilizzazioni si siano succedute nel tempo ed in quali ambienti. Il risultato di questa analisi porta infatti alla disponibilità di notizie utili per capire anche le ragioni delle modifiche strutturali e geometriche intervenute nel tempo, per motivare eventuali segni o notizie di dissesti, per progettare possibili utilizzazioni future compatibili con le caratteristiche dell’edificio e con l’obiettivo della riduzione del rischio sismico.

4.1.4 Rilievo geometrico La conoscenza della geometria strutturale di organismi esistenti in muratura deriva di regola da operazioni di rilievo. Il rilievo dovrà essere riferito sia alla geometria complessiva dell’organismo che a quella degli elementi costruttivi, comprendendo i rapporti con gli eventuali edifici in aderenza. La descrizione stereometrica della fabbrica comporta l’individuazione delle caratteristiche planoaltimetriche degli elementi costitutivi. Pertanto, ad ogni livello, andranno rilevate la geometria di tutti gli elementi in muratura, delle volte (spessore e profilo), dei solai e della copertura (tipologia e orditura), delle scale (tipologia strutturale), la localizzazione delle eventuali nicchie, cavità, aperture richiuse (con quali modalità), canne fumarie, elementi estranei inclusi e la tipologia delle fondazioni. La rappresentazione dei risultati del rilievo verrà effettuata attraverso piante, alzati e sezioni oltre che con particolari costruttivi di dettaglio. Completata questa operazione, si procederà, all’interno del rilievo geometrico complessivo, alla identificazione dello schema strutturale resistente. Poiché il rilievo geometrico serve a definire la geometria del modello da utilizzare nell’analisi sismica, i suoi vincoli ed i carichi agenti, è opportuno verificare che tutte le informazioni necessarie siano state rilevate. In particolare dovranno essere individuati i punti significativi per un modello di calcolo, quali imposte degli orizzontamenti e dei sistemi archivoltati, entità dell’appoggio degli stessi sulle murature d’ambito. Inoltre dovranno essere compiutamente determinabili le masse degli elementi e i carichi gravanti su ogni elemento di parete. La descrizione dei rapporti tra elementi potrà avvalersi di tecniche di lettura e restituzione proprie dell’analisi stratigrafica. La procedura potrà articolarsi in virtù delle caratteristiche tipologiche della fabbrica e del contesto territoriale e urbano di appartenenza. Le difficoltà del rilievo geometrico sono legate all’accessibilità di alcuni spazi, quali sottotetti, volumi tra false volte o controssoffitti e coperture, oppure all’eccessiva altezza degli elementi da misurare, come nel caso di campanili, torri, volte in una navata, ecc.; tuttavia, sono disponibili strumenti che consentono un rapido rilievo e una restituzione accurata anche nel caso di elementi complessi, e tecniche di indagine diretta (endoscopia) o indiretta (termografia, georadar, ecc.) per gli spazi non accessibili. La restituzione tridimensionale dell’organismo può essere complessa, ma è certamente utile ai fini della modellazione. Il rilievo di stucchi, decorazioni ed elementi non strutturali, utile ai fini dell’individuazione del bene e della sua rilevanza, non deve ostacolare la precisa conoscenza della geometria degli elementi architettonicostrutturali. Dovrà essere rilevato e rappresentato l’eventuale quadro fessurativo, in modo tale da consentire l’individuazione delle cause e delle possibili evoluzioni delle problematiche strutturali dell’organismo. Le lesioni saranno classificate secondo la loro geometria (estensione, ampiezza) ed il loro cinematismo (distacco, rotazione, scorrimento, spostamento fuori dal piano). Successivamente, considerato che le fasi della conoscenza non sono sequenziali, potrà essere associato ad ogni lesione, o ad un insieme di lesioni, uno o più meccanismi di danno che siano compatibili con la geometria dell’organismo e della sua fondazione, con le trasformazioni subite, con i materiali presenti, con gli eventi subiti. In maniera similare le deformazioni andranno classificate secondo la loro natura (evidenti fuori piombo, abbassamenti, rigonfiamenti, spanciamenti, depressioni nelle volte, ecc.) ed associate, se possibile, ai rispettivi meccanismi di danno. Il rilievo geometrico dovrà essere integrato dalla compilazione di moduli schedografici denominati morfologici (modulo C in Allegato A), che consentano di individuare univocamente gli elementi resistenti e i relativi rapporti costruttivi. La rappresentazione dei risultati del rilievo verrà effettuata attraverso piante, alzati e sezioni oltre che con particolari costruttivi di dettaglio. Completata questa operazione, si procederà, all’interno del rilievo geometrico complessivo, alla identificazione dello schema strutturale resistente. Poiché il rilievo geometrico serve a definire la geometria del modello da utilizzare nell’analisi sismica, i suoi vincoli ed i carichi agenti, è opportuno verificare che tutte le informazioni necessarie siano state rilevate. In particolare dovranno essere individuati i punti significativi per un modello di calcolo, quali imposte degli orizzontamenti e dei sistemi archivoltati, entità dell’appoggio degli stessi sulle murature d’ambito. Inoltre dovranno essere compiutamente determinabili le masse degli elementi e i carichi gravanti su ogni elemento di parete. La descrizione dei rapporti tra elementi potrà avvalersi di tecniche di lettura e restituzione proprie dell’analisi stratigrafica. La procedura potrà articolarsi in virtù delle caratteristiche tipologiche della fabbrica e del contesto territoriale e urbano di appartenenza. Le difficoltà del rilievo geometrico sono legate all’accessibilità di alcuni spazi, quali sottotetti, volumi tra false volte o controssoffitti e coperture, oppure all’eccessiva altezza degli elementi da misurare, come nel caso di campanili, torri, volte in una navata, ecc.; tuttavia, sono disponibili strumenti che consentono un rapido rilievo e una restituzione accurata anche nel caso di elementi complessi, e tecniche di indagine diretta (endoscopia) o indiretta (termografia, georadar, ecc.) per gli spazi non accessibili. La restituzione tridimensionale dell’organismo può essere complessa, ma è certamente utile ai fini della modellazione. Il rilievo di stucchi, decorazioni ed elementi non strutturali, utile ai fini dell’individuazione del bene e della sua rilevanza, non deve ostacolare la precisa conoscenza della geometria degli elementi architettonicostrutturali. Dovrà essere rilevato e rappresentato l’eventuale quadro fessurativo, in modo tale da consentire l’individuazione delle cause e delle possibili evoluzioni delle problematiche strutturali dell’organismo. Le lesioni saranno classificate secondo la loro geometria (estensione, ampiezza) ed il loro cinematismo (distacco, rotazione, scorrimento, spostamento fuori dal piano). Successivamente, considerato che le fasi della conoscenza non sono sequenziali, potrà essere associato ad ogni lesione, o ad un insieme di lesioni, uno o più meccanismi di danno che siano compatibili con la geometria dell’organismo e della sua fondazione, con le trasformazioni subite, con i materiali presenti, con gli eventi subiti. In maniera similare le deformazioni andranno classificate secondo la loro natura (evidenti fuori piombo, abbassamenti, rigonfiamenti, spanciamenti, depressioni nelle volte, ecc.) ed associate, se possibile, ai rispettivi meccanismi di danno. Il rilievo geometrico dovrà essere integrato dalla compilazione di moduli schedografici denominati morfologici (modulo C in Allegato A), che consentano di individuare univocamente gli elementi resistenti e i relativi rapporti costruttivi. Analisi storica degli eventi e degli interventi subiti Ai fini di una corretta individuazione del sistema resistente e del suo stato di sollecitazione è importante la ricostruzione dell’intera storia costruttiva del bene culturale tutelato, ossia del processo di costruzione e delle successive modificazioni nel tempo del manufatto. In particolare andrà evidenziata la successione realizzativa delle diverse porzioni di fabbrica, al fine di individuare le zone di possibile discontinuità e disomogeneità materiale, sia in pianta che in alzato (corpi aggiunti, sopraelevazioni, sostituzioni di orizzontamenti, ecc). La storia dell’edificio può anche essere utilizzata come uno degli strumenti di controllo e verifica della risposta dell’edificio a particolari eventi naturali o antropici e delle eventuali conseguenti trasformazioni. Devono pertanto essere identificati gli eventi subiti, soprattutto quelli più significativi e traumatici, ed i corrispondenti effetti, accertabili per via documentale (fonti scritte o iconografiche) o tramite un rilievo analitico diretto del manufatto. Anche la storia della destinazione d’uso del bene può fornire indicazioni sulle azioni applicate in passato. La conoscenza della risposta della costruzione ad un particolare evento traumatico può consentire di identificare un modello qualitativo di comportamento, anche se devono essere tenute presenti le modifiche intercorse nella costruzione, in particolare proprio a seguito di quell’evento. Questa analisi sarà la guida per la definizione dei meccanismi di danno maggiormente critici e per la conseguente definizione di modelli di calcolo attendibili. Ai fini della comprensione del comportamento attuale e per la definizione degli eventuali interventi di miglioramento sismico è importante individuare la natura degli interventi di consolidamento già realizzati nel passato, la loro localizzazione e gli elementi strutturali coinvolti, il periodo di realizzazione e la verifica della loro efficacia nel tempo. La consultazione dei numerosi cataloghi sismici esistentinel passato, la loro localizzazione e gli elementi strutturali coinvolti, il periodo di realizzazione e la verifica della loro efficacia nel tempo. La consultazione dei numerosi cataloghi sismici esistenti ed il reperimento diretto dei documenti d’archivio relativi alla sismicità dei luoghi ed ai danni subiti dagli edifici costituisce una base di riferimento fondamentale. L’analisi dei cataloghi di sito permette, nei casi in cui si possa assumere una completezza statistica del dato, di confrontare le azioni assunte a riferimento per i diversi stati limite, desunte dalle mappe di pericolosità sismica, con la sismicità di sito. In alcuni casi può essere opportuno tenere presente la storia sismica di sito nel giudizio finale di valutazione della sicurezza sismica, considerando che l’intensità risentita contiene già al suo interno gli effetti locali.

 

Pagina 5/17 - pagine: [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] [16] [17]

 



Normativa Italiana | Privacy, Disclaimer, © | Contact

2008-2011© Valid CSS! Valid HTML 4.01 Transitional